Adottare un cane, levriero o di altro tipo, è un’esperienza che, secondo me, nella vita tutti dovrebbero fare. Sì, proprio tutti, anche quelli che qualunque altro educatore ti direbbe “a quel tipo lì il cane nemmeno dipinto!”. La verità è che la combo perfetta sarebbe adottare un cane e aggiungere al pacchetto un bel corso di educazione civico cinofila. Sarebbe una bella lezione di civiltà, educazione e accettazione di cui c’è tanto, troppo, bisogno.
Ma torniamo alla domanda principale, perché adottare un levriero rescue? Per me, che adoro i levrieri e me ne sono innamorata da ragazzina, pare ovvio. Perché sono gli esseri più belli, sorprendenti, interessanti e divertenti (molto molto divertenti) che abbia mai incontrato.

Ti dirò una cosa, che può essere confermata da milioni di proprietari di levrieri di qualunque tipo: se hai avuto un cane o più cani nella tua vita e poi adotti un levriero, bè, ti accorgerai che c’è tanta, tantissima, un mare di differenza. Quella mescola speciale tra caccia, purezza, diffidenza, resilienza e allegria, tutta nello stesso cane è unica e introvabile in altre razze. Ma quindi, adottare un levriero rescue è una passeggiata?

Che differenza c’è tra un levriero rescue e uno preso in allevamento

Facciamo un gioco. Ora tu immagina te stesso bambino, in quell’età in cui puoi avere i primi ricordi. Hai due opzioni: una è crescere in una casa con mamma e papà e fratelli, giocare un sacco con loro, avere dei genitori che sì ogni tanto ti stoppano quando fai cose che non sono proprio educate ma ti riempiono anche di attenzioni e baci. In più hai degli zii che non sono come voi ma ti portano cibo, a fare passeggiate, ai giardinetti, ti coccolano e viziano. La seconda opzione è più complicata: nasci in un posto buio, pieno di altri bambini come te, solo e unicamente come te. Tua mamma è decisamente affaticata e cerca sì di tirarti su bene ma deve soprattutto pensare a darti da mangiare e poi a un certo punto sparisce. Ti ritrovi in un postaccio peggio di quello dove sei nato e ti mettono a lavorare tante, tante ore al giorno. Esci dal tugurio solo per lavorare: niente parchetto, niente zii, niente cibo a volte ma tanto caldo, tanto freddo e zero ricompense e degli strani esseri diversi da te che ti maneggiano con poca gentilezza.

Ti ho fatto fare questo esercizio perché è il modo più facile di immedesimarti in un levriero. Se te la immagini così la vita di un levriero in allevamento e la vita di un levriero da corsa o da caccia puoi capire che c’è un’enorme differenza. Dal punto di vista dell’educatore potrei dirti che un levriero di un buon allevamento cresce equilibrato, ricco di esperienze, educato soprattutto dai genitori oltre che dagli umani e quindi già abituato a stare con altri cani, a stopparsi nel momento giusto, a comunicare bene con i suoi simili ma anche con le persone che fanno parte della sua vita da sempre. E ne fanno parte in modo costruttivo e positivo.

Un levriero adottato, che arrivi dalle corse o dalla caccia, ha vissuto una vita di deprivazioni. Prima di tutto non vengono soddisfatti i bisogni fondamentali il più delle volte (cibo, un posto sicuro dove rilassarsi, affetto, legami stabili con i suoi simili e con gli umani, far parte di un gruppo sociale) e oltre a questo, che già di suo può creare diversi problemi comportamentali in un cane, vengono fatti lavorare. Tanto, non “il giusto” per soddisfare la loro voglia fisiologica di lavoro, vengono sfruttati. Fatti allenare per ore se sono adatti alla corsa, buttati in un angolo a fare da fattrice se sono femmine e scartati e lasciati morire se sono maschi.

Ma, e questo è un grandissimo e importantissimo ma, i levrieri hanno un caratteristica che è un po’ la loro forza e la loro fregatura (termine non proprio tecnico ma efficace) insieme. Sono molto resilienti. Sai cos’è la resilienza? Ti lascio due definizioni da dizionario che secondo me sono valide per i nostri levrieri:
1. Capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi.
2. In psicologia, la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.

Questa loro capacità li salva da un lato rendendoli cani adottabili capaci di rifarsi una vita nonostante il loro passato e, quando parlo di fregatura lo dico perché questa resilienza gli permette di subire i trattamenti che subiscono prima dell’azione senza diventare aggressivi, mordaci o riottosi verso gli umani.

perché adottare un levriero rescue

Cosa valutare prima di adottare un levriero rescue

Non andrò tanto per il sottile perché non sono una di quelle persone buoniste e pietiste che ti dicono che comunque, adottare, è un atto d’amore che salva un’anima pura. Queste sono parole, frasi, scuole di pensiero che fanno danni enormi. Adottare non è nulla di tutto questo, è soprattutto una responsabilità. Faccio fatica a capire in che periodo storico la parola responsabilità sia diventate un peso o un parola a cui associare qualcosa di brutto. Io la trovo una parola bellissima e costruttiva.

Dentro la parola responsabilità ci sono mille altri concetti:

  • prendersi cura: di un altro essere vivente ma, e soprattutto, del vostro rapporto. Nel momento in cui vi vedrete per la prima volta, pianterete un mattoncino su cui costruire una casa
  • rispetto: per il levriero che adotti, la sua storia personale, quella della sua razza e quella di tutte le persone che te l’hanno fatto arrivare a casa. Rispetto e mai, mai, pena
  • compassione e clemenza: per tutte le difficoltà che incontrerete sul vostro cammino. Non sarà sempre facile capirvi, a volte vi guarderete in cagnesco, proprio come si fa quando ci si vuole bene ma ci sono i giorni no
  • amore: che parolona! Per me nella responsabilità c’è amore, tanto. Per la scelta che si è fatta, per il cane che si adotta, per se stessi perché quando ci si imbatte in una prova così bisogna volersi bene in ogni caso, anche quando ci si sente inadeguati
  • durata nel tempo: te l’hanno detto tutti in mille salse. Un’adozione significa che quel levriero lì, che stai guardando in una foto su qualche sito di qualche associazione, starà con te per anni. E a un certo punto sarà vecchietto, con mille acciacchi e anche un po’ brontolone magari
  • studio e conoscenza: indipendentemente dal lavoro che fai immagino che qualche manuale, se non proprio una scuola o un’università, ti sia stato molto utile per avere le basi teoriche, e a volte pratiche, della tua attività. Perché ora che adotti un cane dovrebbe essere diverso? Informati prima, leggi qualche libro di educazione, magari fai qualche lezione con un educatore le prime settimane che il levriero è con te

Voglio adottare un levriero

Se, nonostante questa lettura, sei ancora convinto…allora non ti resta che scegliere l’associazione più adatta a te. Esistono associazioni migliori di altre? Prima di tutto controlla che l’associazione sia, effettivamente, registrata come associazione. Spulcia Google e i social e informati da altri adottanti e cerca di parlare, di persona magari, con un responsabile. Un’associazione serie segue iter piuttosto rigidi prima di dare un levriero in adozione. Questo è garanzia, per te che vuoi adottarne uno, di serietà e professionalità:

  • colloquio conoscitivo telefonico o di persona
  • visita a casa con questionario
  • consegna del cane in un posto sicuro (agriturismo, sede dell’associazione, campo cinofilo…) e non in tangenziale sotto un ponte
  • consegna di tutti i documenti del cane (passaporto, libretto sanitario con vaccinazioni e codice del chip, referti medici in caso di patologie e interventi…)
  • consigli pratici su come comportarsi con il levriero appena arrivato a casa
  • richiesta di feedback ed eventuali difficoltà nelle settimane successive all’adozione
  • possibilità di avere incontri con altri adottanti e/o educatori convenzionati e di fiducia con esperienza in levrieri rescue

Ora, dopo averti messo forse un po’ d’ansia, voglio dirti che adottare un levriero sarà l’esperienza più incredibile della tua vita. Scoprirai cose di te, sì proprio di te e non sul levriero, che mai avresti potuto immaginare. Per quel cane proverai affetto che poi diventerà amore, ammirazione, empatia, gioia, preoccupazione, a volte ansia, qualche volta incredulità. Riderai come non mai, fidati, un levriero a volte ti fa ridere a crepapelle anche solo per come dorme. Ma il sentimento più grande che ti auguro di provare è riconoscenza, tu verso il tuo levriero. Perché ora stai pensando che tu salverai lui da un triste destino ma capirai presto che stai proprio sbagliando prospettiva e spero che avrai voglia di raccontarmelo!

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    2 thoughts to “Perché adottare un levriero rescue

    • Luela Betti

      Ciao sono mamma di Ariel un galgo rescue.

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