Adoriamo il nostro cane, lo guardiamo con occhi a cuore, abbiamo fatto con lui e per lui cose che mai avremmo pensato possibili. Sveglie all’alba, corse nei prati, vacanze pensate appositamente per stare insieme senza troppa gente intorno. Del nostro cane ci piace tutto: le posizioni buffe in cui dorme, come ci guarda la mattina appena sveglio, quella gioia incontenibile quando ci vede dopo soli 5 minuti di assenza. Eppure c’è un aspetto del nostro cane, soprattutto se è un levriero o un cane da caccia, che proprio non mandiamo giù: il suo istinto predatorio.

Cos’è l’istinto predatorio nel cane

Nel vostro cane, come in tutti i cani, l’istinto predatorio è presente. E’ un tratto indissolubile dell’essere cane, un po’ legato alla genetica, alle motivazioni, alla conformazione stessa soprattutto per certi tipi di cane. Chi sceglie come compagno un cane da caccia (da fiuto o da vista) deve convivere tutta la vita con un quattrozampe che è stato selezionato, da centinaia e a volte migliaia di anni, proprio per cacciare. 

Immaginare cosa prova un cane quando “gli sale” il predatorio è difficile se non impossibile per noi umani. I nostri cani non cacciano più per cercare cibo, altrimenti basterebbe tenerli a pancia piena per risolvere il problema quindi fare il paragone con quando abbiamo molto fame non regge più.

Molti cacciano per “noia” perché, essendo la caccia un istinto primordiale, è anche la prima valvola di sfogo che il cane trova quando non sa bene cosa fare. Molti dei nostri cani, soprattutto se levrieri o da caccia, vivono però la ricerca, la visualizzazione, l’inseguimento e la cattura della preda come la cosa più bella che possano mai provare. E non ci sono né coccole né cibo né altre compensazioni che possano equipararla. Un po’ come per noi quando sgranocchiamo qualcosa perché abbiamo avuto una giornata storta. 

Noi umani facciamo molta fatica ad accettare questo aspetto del nostro cane, perché uccidere un altro animale a noi sembra brutto e violento (ma diciamocelo, non tutti diventiamo vegani quindi è più l’atto in sé che ci disturba). Il nostro coccoloso quattro zampe, che dorme con noi sul divano, che ci coccola e ci riempi di baci, in pochi istanti si trasforma in una specie di killer senza paura. Una sorta di Dott. Jackyll e Mr. Hyde.

L’errore in realtà è tutto nostro, più che altro nelle nostre aspettative. Lavorando soprattutto con levrieri rescue mi capita spesso di avere a che fare con cani con il predatorio altissimo e, anche quando non è altissimo, sicuramente è più alto di quello di un Maltese. La sorpresa dei neo adottanti però è quella che mi stupisce di più. Per un greyhound che arriva dal mondo del racing, che la natura ha dotato di un fisico fatto per correre con uno scatto velocissimo – che l’uomo ha poi premiato proprio per queste doti – cacciare qualunque cosa si muova, è naturale come lo è per noi alzarsi e bere un caffè. Per un galgo, che secoli di selezione hanno reso un fondista eccezionale, che corre su terreni per lunghe distanze finché la preda e atterrata, la vista di un campo o di un prato, evoca istinti naturali difficili da combattere. 

Le motivazioni di razza dei levrieri

I levrieri sono cani da caccia a vista. Il loro raggruppamento parla chiaro e le motivazioni di razza, tutte quelle caratteristiche cioè che, indipendentemente dal carattere individuale, realizzano la vita di una cane, sono ovvie e chiare.

Hanno un olfatto meno potente di tutti gli altri cugini cani, una vista con un raggio più ampio proprio per veder arrivare le prede anche lateralmente, una struttura fisica, e fisiologica, fatta proprio per quello. Correre per catturare una preda e ucciderla. I levrieri infatti, a differenza degli altri cani da caccia, sono tra i pochi cani che finiscono la sequenza predatoria (non riportano la preda, non la indicano al cacciatore, la atterrano e uccidono). Una volta adottati però tutti i loro istinti non vengono estinti e, se sono ovviamente appagati da una base sicura, pasti regolari, affetto e appartenenza ad un gruppo sociale, spesso sono parecchio frustrati dal fatto che non possono né cacciare né, spesso, nemmeno correre in libertà.

Una buona pratica per cercare di soddisfare comunque l’istinto predatorio del cane ma salvare per esempio il gatto dei vicini, è di veicolare quel desiderio lì, su altri target più adeguati (e meno vivi). Impresa non facile perché, per sopravvivere alla selezione della specie, il cane ha dovuto per secoli cacciare e quindi, dire ai suoi geni e alle sue motivazioni “ora non servite più” è un’impresa non da poco. 

Si può eliminare il predatorio?

Ogni cane è diverso da un altro e, purtroppo, non esistono formule magiche applicabili a tutti i cani. Per mia esperienza personale è più credibile spostare il predatorio di un setter inglese che di un levriero, soprattutto rescue. Questo perché per anni, prima di arrivare nella nostra casa, il galgo o il grey di turno è stato allenato e premiato proprio quando cacciava al meglio. Quindi motivazione naturale e rinforzo della motivazione perpetrati per anni, sono davvero due elementi che messi insieme da smontare diventato difficili. Aggiungiamo anche che i levrieri non sono i cani più collaborativi del mondo e la frittata è fatta.

il predatorio nel levriero e nel cane

Nei diversi percorsi però ho scoperto che, se non si può eliminare del tutto, il predatorio anche dei nostri levrieri si può reindirizzare e soddisfare con altri giochi e altre attività. Cosa prevede un percorso per abbassare il predatorio:

  • costruzione di una relazione appagante con il proprio levriero: riempirlo di coccole, farlo dormire sul divano, tenerlo sempre al guinzaglio, non portarlo mai nei boschi o a fare passeggiate in natura. Questa non è una relazione appagante per il nostro levriero. Forse per noi è molto comoda e grazie al suo carattere resiliente non ce lo farà nemmeno notare troppo ma uno stile di vita sedentario e monotono può aumentare notevolmente il predatorio di un cane
  • calma e autocontrollo: nevrili per struttura e anche caratterialmente a seconda delle razze, i levrieri hanno tanto bisogno di trovare stati di calma che gli sono stati negati per anni. Riposo sereno senza interferenze, momenti di noia e momenti in cui il cane impara l’autocontrollo sono fondamentali
  • giochi di predazione contestualizzati in modo chiaro: immagine un po’ che il vostro levriero sia come voi da bambini che giocavate a tombola con i nonni. Questo non ha fatto di voi dei ludopatici perché, quel gioco, era contestualizzato. Vale lo stesso per i nostri cani. Si possono fare giochi di predazione costruiti insieme proprio per soddisfare da un lato un bisogno del cane e dall’altro l’idea che “insieme è più bello”

Trovo sia controproducente e utopico eliminare completamente il predatorio da un levriero e credo sia più corretto cercare di far scoprire al vostro cane nuove attività. Arriva da una vita di deprivazioni per cui fargli scoprire il gioco, soprattutto fatto con voi, è una buona chiave per risolvere l’annosa questione. 

Hai voglia di iniziare un percorso insieme?

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