Passeggiando per i parchi cittadini negli ultimi anni ti sarà sicuramente capitato di vedere diversi levrieri di varie dimensioni e misure, colori e pezzature ma…saresti in grado di distinguere un galgo da un greyhound? Non è facile, nemmeno per chi ha l’occhio abituato, anche perché i levrieri rescue non derivano spesso da linee di sangue purissime. Proprio per questo caratteristiche di razza, carattere e pelo subiscono diverse modifiche rispetto agli standard di razza che puoi trovare sul sito ENCI. Scopriamo insieme come potrebbe (o dovrebbe) essere il galgo spagnolo.
Galgo, un po’ di storia
Come tutti i levrieri anche il galgo ha un’origine molto antica e la sua struttura, nei secoli, risulta quasi intoccata da modifiche o manipolazioni umane. Tra tutte le teorie che ho letto quella che mi sembra più appropriata è quella che afferma che verso il 500 a.C. una tribù celtica proveniente dalla Francia, scese nella penisola iberica insieme ai suoi cani da caccia. La parola galgo deriverebbe infatti dalla parola “Gallo” e se così fosse tutto quadrerebbe. O no?!
Se guardiamo bene le linee del galgo, più affusolate e simile ai saluki a agli sloughi, trova spazio anche un’altra teoria secondo cui il levriero spagnolo sarebbe arrivato in Spagna con gli arabi e i berberi provenienti dall’Africa intorno il IX e il XV secolo d.C. al fianco dei loro cani, i saluki e i sloughi.
Nuovi studi sulle razze e le origini genetiche dimostrano poi che il galgo è ben lontano dal greyhound (con il quale spesso viene confuso). Non avendo conferme precise, possiamo valutare quello che abbiamo ora: un levriero molto puro e poco manipolato, con una forma allungata e leggera, strutturato per la caccia alla lepre. Questa sua caratteristica, come per tutti gli altri levrieri, ha fatto sì che nel medioevo fosse di appannaggio solo di aristocratici e reali che lo utilizzavano nelle proprie riserve di caccia.
Galgo: dimensioni e struttura
Il galgo è di struttura leggera e delicata, con muso molto lungo soprattutto nella parte del naso, spesso con una simpatica gobbetta verso la punta. La testa è piccola e allungata e gli occhi hanno una caratteristica forma a mandorla arrotondata. Questi due particolari possono aiutarci già a distinguerlo dal greyhound. Anche il collo, rispetto ai cugini inglesi, è più lungo e mobile, meno massiccio.
La parte muscolare di cosce e spalle e lunga e flessuosa, non troppo massiccia anche se mi è capitato in rifugio di incontrare galgo iperallenati dai galgueros che mostravano una struttura muscolare anomala per questa razza, molto “pompata” e simile a quella del greyhound.
Il pelo del galgo, nella varietà a pelo raso, è sottile e cortissimo, al tatto setoso e non duro. La pelle è sottilissima e delicata, priva di grasso motivo per cui non hanno il caratteristico odore di cane ma soffrono anche il freddo e il caldo eccessivo. La varietà a pelo duro è più rara ma è quella che io trovo più bella! La lunghezza del pelo in questo caso può variare da pochi centimetri fino a una decina di centimetri e, dove il pelo è più lungo, questo è duro e spinoso come una scopa di saggina. Spesso questa varietà è dotata di lunghe sopracciglia, cresta lunga sul dorso e barba. Adorabili!
Galgo spagnolo: il carattere
Questo è l’aspetto più complicato da mettere a standard soprattutto perché, come per le persone, ogni individuo ha le sue caratteristiche e la sua personalità. I levrieri rescue arrivano poi da una vita di deprivazioni e fatiche e questo ha sicuramente modificato le caratteristiche caratteriali originarie.
Il galgo ha un carattere tranquillo e molto riservato soprattutto con gli estranei. Nell’ambiente familiare invece, dopo aver strutturato un rapporto di fiducia e rispetto, diventa molto, molto coccolone e fisico. Allegro con i suoi simili, portato al gioco e al lavoro di squadra, una volta superate le prime insicurezze con gli altri cani e con sui compagni galgo si lancia in corse e giochi sfrenati perché, essendo un fondista, ha un’ottima resistenza. Quella che io definisco “galghitudine” è proprio questa particolare visione del mondo da parte del galgo: diffidente ma curioso, riservato ma allegro, coccolone ma distaccato.
Galgo spagnolo: richiamo e giochi
L’educazione di un galgo differisce poco da quella di qualunque altro cane. Pazienza e gradualità, giochi adatti ed empatia, tanta empatia. Se un altro cane si può “ingannare” con premietti e modi allegri, il galgo, vista la sua iniziale diffidenza, deve essere educato soprattutto con lealtà. Mai far finta di essere contenti nel gioco se non lo si è, mai cercare di conquistarlo semplicemente con dei premietti. Potreste ottenere l’esatto contrario di quello che vi aspettate, dalla diffidenza all’assoluta indifferenza.
Bravi sia nei giochi di scambio (evitate le classiche corde, troppe spesse, e puntate su giochi più morbidi che possano ricordare il movimento di una preda) che nell’attivazione mentale, non ha la voglia di giocare e lavorare di un border collie ovviamente. Ma il gioco risulta fondamentale, soprattutto all’inizio della vostra relazione, per costruire una relazione solida e basata su un aspetto che il galgo adora ma non ha mai potuto espletare nella vita da cacciatore.
Il richiamo va costruito con calma e pazienza, prima utilizzando una lunghina e poi provando in aree recintate. Può volerci tempo, molto tempo, ma la cosa più importante per il galgo non sarà mai il premietto in cibo o il gioco ma la fiducia che ha in voi e il rapporto che avete costruito.
Galgo spagnolo: le regole in casa e fuori casa
Prima di arrivare a casa vostra il galgo che avete adottato ha passato diverse vite: probabilmente una con il galguero in un posto isolato oppure in un box buio e angusto, con altri galgo, usciva solo per allenarsi e il cibo era quel che era, poco. Poi o ha vissuto per strada o per i campi o è stato portato in qualche rifugio. Da qui potete capire che il vostro galgo non ha mai visto nè una casa nè una città. Non sorprendetevi quindi se è completamente spaesato da tutto: pavimento, scale, televisione, macchine, rumori vari e…persone che lo accarezzano!
Poche regole precise sin dai primi giorni lo aiutano a capire cosa fare e cosa non fare:
- cibo: fategli capire che la gestione del cibo è di vostra competenza. Esercizio della ciotola docet e non eccedete con premietti e dispensazione di cibo in ogni momento della giornata
- se non volete che il vostro galgo salga su divani e letti dovete farglielo capire subito e non aspettarvi che, dopo le prime settimane a casa dove è stato spiaggiato sul divano, poi a un certo punto capisca che deve scendere
- dategli orari precisi almeno all’inizio: la routine aiuta il cane a capire cosa fare e cosa succederà. Non diventate però ossessivi. Con il passare dei giorni fategli provare cose nuove con molta calma e osservando sempre le sue reazioni
- non portatelo subito al ristorante o in centro città. Gradualità anche in questo caso: le prime uscite in orari più calmi poi, col passare delle settimane e man mano che costruite fiducia reciproca, modificare orari e percorsi un po’ alla volta
Hai un levriero? Conosciamoci!
Se sei (o sarai a breve) un felice adottante di un levriero, galgo, greyhound o lurcher e hai voglia di far passare il vostro rapporto da “coinquilini” a “famiglia” scrivimi. Penserò per voi a un percorso ludico educativo che vi farà innamorare!
2 thoughts to “Galghitudine ovvero com’è, davvero, un galgo?”
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