In un autunnale mattina d’autunno milanese ho avuto il piacere di partecipare all’evento Levrieri Domani organizzato dal SOS Levrieri. Cielo grigio, pioggia e una location spettacolare, La Lodovica a Vimercate, hanno fatto da contorno a una giornata ricca di spunti interessanti, riflessioni e consigli di esperti veterinari ma non solo.
La situazione dei levrieri nel mondo
Probabilmente lo sai già, la vita di galgo, greyhound e lurcher nel mondo non è proprio rose e fiori, anzi. Sia in Spagna che in Inghilterra e Iralanda (per non parlare dei paesi asiatici..), i levrieri fanno una vita di fatica, lavoro e maltrattamenti. Sono considerati animali o da lavoro o da reddito e non pet, ovvero animali d’affezione. Questa differenza risulta fondamentale non solo a livello emozionale ma anche, e soprattutto, quando si parla di fine carriera per un levriero. Semplificando se un pet può avere un vita lunga e appagante in una casa, circondato dall’affetto e da mille esperienze divertenti e positive, un levriero da lavoro è un piccolo schiavo che deve solo allenarsi, occupare il minimo spazio in un box o in un casolare fatiscente, mangiare poco, correre ma soprattutto vincere. Questa “carriera” dura al massimo 2 o 3 anni per i più fortunati. Poi si va o a fare i riproduttori o le fattrici o si muore (a volte in modi strazianti).
Un levriero adottato di che cure ha bisogno
Superata la presentazione, doverosa, della situazione con cui SOS Levrieri e tutte le altre associazioni di rescue si trovano a combattere ogni giorno, ci sono stati tanti interventi dedicati alla cura e alla gestione dei levrieri felicemente adottati.
Dal punto di vista veterinario infatti, un levriero differisce per moltissimi aspetti dalle altre razze di cani. La sua struttura da corridore non è solo un fattore estetico: ossa, cuore, articolazioni, polmoni, valori fisiologici. Tutto in un levriero è strutturato per andare veloce, molto veloce, e non “rompersi”.
Gli esperti veterinari della Clinica Veterinaria Parabiago il Dott. Luca Redaelli e la Dott.ssa Corinne Della Vedova, ci hanno portato nel mondo dei levrieri dal punto di vista di un ortopedico e di un’esperta di agopuntura. Due mondi strettamente correlati: se l’ortopedico è la figura che chirurgicamente spesso di occupa delle lesioni più comuni in un levriero (falangi soprattutto ma a volte anche vecchie fratture agli arti curate male o non curate) l’agopunturista veterinario è quello che lo aiuta sia in fase di anestesia che di recupero post operatorio.
Clinicamente, che problemi può avere un levriero
Avendo avuto un deerhound ho dovuto scoprire da me anni fa, che a livello fisiologico, di valori del sangue, di anestesia e post anestesia, un levriero ha necessità molto diverse rispetto ad altri cani. Meglio preferire l’anestesia con barbiturici per esempio che permette un risveglio più rapido. Con i normali anestetici utilizzati nelle cliniche spesso i tempi di risveglio dei levrieri si allungano troppo e quindi è meglio optare la sedazione gassosa che oramai è presente in moltissime cliniche.
Negli esami del sangue non c’è da spaventarsi se il levriero mostra valori anormali di urea e creatinina sono fisiologici e dovuto a una grande milza e a un grande cuore.
Ansia da separazione & co. nel levriero
I levrieri con cui ho la fortuna di lavorare spesso mostrano comportamenti legati a paure per il nuovo mondo di cui sono entrati a far parte. Macchine, bus, tram, persone…per levrieri abituati a piccoli mondo chiusi e poco socializzati da cuccioli è normale trovare tutto molto spaventoso.
La Dott.ssa Manuela Michelazzi ci ha aiutato a capire la differenza tra ansia da separazione vera e propria e noia e come affrontare al meglio le diverse situazioni. Nei casi più gravi è necessario l’intervento congiunto di medico veterinario magari con il supporto dell’agopuntura, comportamentista ed educatore che sostenga la famiglia nel percorso di consapevolezza del levriero. Una bella squadra per spiegare al nuovo arrivato che la vita qui può essere davvero bella, basta guardarla dalla giusta prospettiva.
BARF e omeopatia nella cura del levriero
Io ho scelto da anni una dieta casalinga per i cani ed è quella che suggerisco sempre anche agli adottanti. Se all’inizio può sembrare meno pratica da portare avanti, i risultati sia estetici (pelo stupendo, zero allergie o intolleranze, peso forma più facile da mantenere) valgono qualche sforzo in più. Dico sempre agli adottanti, riguardo ai crocchini, che sono sì comodi a volte ma che è come se noi mangiassimo sempre e solo cose confezionate “al sapore dì”. Il Dott. Enio Marelli ci ha invece spiegato che, sia la BARF (bones and raw food in pratica carne cruda, ossa e verdure) e la dieta casalinga migliorano anche un problema che affligge spesso i levrieri: l’alitosi! La forma allungata della bocca, la struttura gastrica da super carnivori e la massa muscolare dei levrieri (che è del 57% rispetto al 43% degli altri cani) necessitano di cibo “vero” per funzionare al meglio.
Leishmaniosi, un problema mediterraneo
Visto che i levrieri rescue provengono principalmente dall’Europa, può capitare di adottare un cane affetto da questa patologia. La Prof.ssa Daniela Proverbio dell’Università degli Studi di Milano e Lodi ci ha aiutato a capirne di più senza paure e patemi. Partendo dalla spiegazione di cosa sia e come si propaga la Leishmaniosi fino a raccontarci quali sono i metodi più sicuro per proteggere il nostro cane. Su tutti prevenzione con collari adeguati o pipette e, nel caso si vada in zone endemiche, farmaci che stimolino la prolattina e le difese immunitarie. Ottimi anche i consigli davvero pratici: mai far dormire il cane fuori in estate anche se magari adora dormire in terrazza e niente gozzoviglie negli stagni.
Storia, consigli pratici e attivazione mentale
Ho trovato bellissimi e divertenti gli interventi dei colleghi Dario Ferrario e Romina Giovagnoli. Condividiamo sia la visione del levriero che la passione per l’attivazione mentale e i giochi olfattivi. Questi strumenti di lavoro, che il cane vive come veri e propri giochi, sono utilissimi sia per creare un legame affettivo solido che va ben oltre essere un dispenser di coccole e cibo, sia per affrontare problemi comuni ai levrieri rescue come ansia da separazione o difficoltà di inserimento nella vita cittadina.
Spero tantissimo di riuscire a fare una parte più attiva ai prossimi eventi levrierosi che ci saranno perché, mentre spiluccavo all’ottimo buffet offerto da SOS Levrieri ho pensato “sarebbe proprio bello fare l’animatrice per levrieri agli eventi, così loro si divertono e gli adottanti possono seguire sereni gli interventi”. Chissà, io lo proporrò!
Hai un levriero? Conosciamoci!
Se sei un felice adottante di un levriero, galgo, greyhound o lurcher e hai voglia di far passare il vostro rapporto da “coinquilini” a “famiglia” scrivimi. Penserò per voi a un percorso ludico educativo che vi farà innamorare!