Sono Valeria Mascheroni e sono un’educatrice cinofila APNEC con la passione, e molta esperienza, con i levrieri. La mia storia con i cani è iniziata probabilmente insieme ai miei primi passi. Nata in una famiglia dove l’unico animale domestico concesso era il canarino Filippo, nei lontani anni ‘80, quando ero una bambina timida e testarda, passavo le giornate a cercare di abbracciare il povero volpino nero di mia zia, la mitica Lilli.
Nonostante ringhi, fughe e qualche morsetto assestato non mi arrendo e inizio a sognare di diventare veterinaria sin dall’asilo. Passo un’infanzia senza cani ma con vari passaggi di pesci rossi – tutti morti dopo pochi giorni – e tartarughine d’acqua. Indimenticabile e indimenticato da tutta la famiglia il mitico progetto dello stagno per le anatre davanti alla porta finestra della sala di un appartamento di 60mq dove abitavamo in 4. Inutile dire che nemmeno le papere sono mai entrate nella nostra casa.
Piccola educatrice cinofila cresce
Poi, la svolta. Verso i 12 anni arriva un cambio di vita, la casa fuori Milano e l’arrivo di Lara, il primo cane di casa Mascheroni. Pastore tedesco ovviamente non puro, regalato da amici di mio papà, ha fatto il suo ingresso nella mia vita tirandomi giù la gonna in mezzo a un cortile dove scorazzava con i suoi 13 fratelli e sorelle. Un’esperienza bella, incosciente e allegra com’è giusto che fosse visto che di cinofilia ancora non si parlava e soprattutto ero poco più che una bambina.
Famiglia ribaltata dall’arrivo di questa stupenda cagnolona che con ignoranza e tanto amore abbiamo tirato su al meglio finché, un giorno, arriva a trovarci un’amica di famiglia con un meticcio del canile. Un cane “difficile”, recuperato da un’azienda dove stava alla catena ed evidenti segni di botte e forse peggio. Chicco era quasi inavvicinabile da noi umani ma con Lara ha giocato 8 ore di fila. Non avevo mai visto due cani così felici e soprattutto mai visto un cane così triste come la mia Lara la settimana successiva, senza Chicco. Così, mia mamma che era la stessa mamma che non ha mai voluto cani, salta fuori dicendo “non si può vedere la Lara così, portiamo a casa il Chicco”.
Chicco, il piccolo, burbero cane adorabile
Pazienza, empatia, dolcezza e regole ferree dettate dalla Lara e da tutta la famiglia hanno trasformato il Chicco da cane inavvicinabile a cane affettuoso e sereno. Tenero come nessun’altro, coccolone, forte e coraggioso. Ha sempre avuto quel fare da cane burbero fino all’ultimo giorno quando è mancato, sostanzialmente, di vecchia a quasi 20 anni.
Ma la vera folgorazione, la passione che non ti fa capire più niente, l’ho provata un giorno sfogliando QuattroZampe a cui ero abbonata fissa da ragazzina. In copertina un deerhound, un levriero scozzese. Colpo di fulmine, una spinta completamente irrazionale ma da adoscenti ci può stare. Mi metto a studiare tutto sui levrieri e sul levriero scozzese in particolare e a cercare di averne uno. Impresa non facile! In Italia sono pochissimi ma soprattutto nessun allevamento disposto a darne uno a me, che non ho esperienza con i levrieri e ben 2 simil meticci con me, Lara e Chicco. Finchè ecco un annuncio di un allevatore che cede questa cucciola di deerhound perché poco “conforme” allo standard e con qualche difettuccio estetico.
Deerhound, l’amore a prima vista
Nella mia vita entra così Isabel, il mio cane, il mio levriero, la mia scoperta più grande sull’argomento cani. Diversa da tutti e da tutto. Ha qualcosa di simile agli altri due cani ma poi vive in un mondo e in un modo tutto suo. Non le piacciono gli stessi giochi, è tenace e testona ma anche allegra ed euforica. Timida ma volitiva, ubbidiente ma in un modo totalmente diverso da un pastore tedesco. Dignitosa, ecco la parola giusta e fiera. E bellissima, per me di una bellezza da togliere il fiato.
Il cane pugliese detto anche a pois
Oggi c’è Achille, un tipico cane pugliese, non saprei definirlo in altro modo. Achille ora vive in una grande famiglia allargata, un po’ con me e il mio compagno, un po’ con i miei, un po’ lavorando con me (spesso), un po’ poltrendo dato che ha superato i 10 anni. Un meticcio tutto pepe, misto pastore/caccia, che ha tutte le caratteristiche di entrambe le razze. In più, voglio credere che essendo pugliese, ha una verve speciale. Simpatico e coinvolgente, adora stare con le persone, fare esercizi con me il giusto (cioè massimo 2 ripetizioni altrimenti mi sembra di notare che alzi gli occhi al cielo) e fare tutti quei giochi stupidi insieme che facciamo solo io e lui (il nostro preferito e fare nascondino + agguato dietro al divano). I miei clienti di solito lo adorano perché, diciamolo, fa più feste dei loro levrieri ma soprattutto, mi aiuta a farli diventare fiduciosi, aperti e socievoli con i cani.
Il mio percorso cinofilo
Il mio sogno di diventare veterinaria è sfumato dopo i primi due anni di università e così ho cercato di ricacciare via l’amore per i cani. Insomma ho fatto altro cercando di non sentire quella vocina che mi diceva che qualunque cosa non era mai abbastanza bella o divertente o soddisfacente. E così, anche grazie al mio compagno che mi ha fatto riscoprire la mia vera passione, ho scelto di seguire un percorso da educatrice cinofila. Ho scelto la scuola cognitivo comportamentale perché, avendo passato quasi 30 anni della mia vita con i cani, mi pare ovvio che i cani abbiamo anima e cervello e siano capacissimi di migliorare grazie a pratica ed esercizio.
Grazie al corso seguito alla scuola cinofila Disuguale, ho fatto un tirocinio molto bello in un rifugio alle porte di Milano dove, dopo anni, ho incontrato un levriero, Killer, che ha fatto riemergere in me quella passione lì, quella difficile da spiegare, quella che ti fa perdere un po’ la razionalità davanti a tanta bellezza. Ma, questa volta, non era solo passione. C’era anche competenza e così abbiamo strutturato un programma di educazione su misura per lui, un levriero spagnolo, con un carattere speciale, delicato e resiliente, con esternazioni e comunicazione molto diverse dagli altri cani. Cercavo una strada, un modo tutto mio di arrivare a lavorare soprattutto con levrieri, ma non sapevo ancora che esistesse la figura di trainer esperta in levrieri.
Trainer esperta in levrieri
Cercando ho trovato la scuola cinofila Il Mio Cane di Rho, diretta dalla super Eleonora Mentaschi e da Gianluca Della Valle e trovo un corso di specializzazione per diventare trainer per levrieri. Mi esalto, mi iscrivo e mi sento, finalmente, nel posto giusto. Partiamo per la Spagna, a Siviglia, per essere ospiti della Fundacion Benjamin Mehnert che accoglie, recupera e riabilita una quantità incredibile di levrieri spagnoli. Un’esperienza bellissima, coinvolgente e unica, con un team affiatato e competente che mi ha dato tantissimo, sia dal punto di vista teorico che pratico.
Inizia così la mia nuova esperienza e la mia nuova vita, alla scoperta dei levrieri da un altro punto di vista. Non più solo quello dell’appassionata ma quello della professionista. Un mondo unico, speciale, diverso in cui entro in punta di piedi ma con tanta voglia di aiutare chi adotta un levriero a scoprire chi è davvero quello stupendo cane che ha accanto. Proprio per questo ho scelto di finire il mio percorso formativo alla scuola di Aldo La Spina e di raggiungere la qualifica di educatrice cinofila di 3° livello.
Ho scoperto poi che chi meglio di un cane può spiegare le cose a un altro cane? Ho quindi seguito il corso per diventare Tecnica in classi di socializzazione con la bravissima Cinzia Stefanini. Propongo spesso nei miei percorsi delle piccole classi di comunicazione con i levrieri e i cani che hanno fatto i percorsi con me. Vederli lavorare toglie il fiato, un’esperienza da provare!
Il mio sogno? Essere un ponte tra il levriero e la sua nuova famiglia, aiutarli a comunicare al meglio e a capirsi senza bisogno di parole.
Hai voglia di lavorare insieme?
Scrivimi e raccontami cosa posso fare per migliorare il rapporto tra te e il tuo levriero